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Adolescenti e apparecchio per i denti

Vogliono un sorriso perfetto, oppure si accorgono che è arrivato il momento di risolvere alcuni problemi trascurati o rimandati durante l’infanzia. Gli adolescenti che si avvicinano alla decisione di utilizzare lapparecchio per i denti sono considerati pazienti “speciali”. Per questo è importante accompagnarli e motivarli costantemente durante tutto il trattamento odontoiatrico, che può durare anche anni. Lo confermano il vicepresidente Andi (associazione nazionale dei dentisti italiani) Stefano Mirenghi e la psicoterapeuta specializzata in psicoterapia dell’età evolutiva Marta Sortino.

L’approccio

«Mentre fino a 10-11 anni il bambino accetta una decisione presa dai genitori insieme al professionista, durante l’adolescenza può succedere che il ragazzo autonomamente scelga di iniziare un trattamento ortodontico – premette Mirenghi -. Questa prima grande differenza indica come l’approccio al paziente di questa età sia specifico, perché ci si rivolge a lui in prima persona richiedendo la sua collaborazione. Per la verità avviene molto spesso che sia l’adolescente stesso a rivolgersi all’odontoiatra perché vuole risolvere un problema di natura estetica e sono soprattutto le ragazze a chiedere un trattamento specifico».

«Considerato il rapporto conflittuale con le imposizioni che arrivano dagli adulti di riferimento – specifica Sortino -, i ragazzi andranno accompagnati in modo fermo e trasparente. Investire tempo per chiarire dubbi e per sapere cosa si dovrà affrontare favorirà l’emergere un rapporto di fiducia con il dentista nelle fasi diverse di tutto il percorso».

Adolescenti collaborativi

«L’adolescente ha meno consapevolezza dell’adulto delle conseguenze a lungo termine di una scarsa attenzione e igiene orale quotidiana – conclude il dentista -. Se la motivazione estetica di ottenere un sorriso smagliante può risultare convincente a intraprendere un trattamento che mediamente dura dai 10 mesi fino anche ai 2 anni, può poi risultare difficile mantenere nei pazienti giovani l’entusiasmo e la collaborazione così a lungo. Di regola sono previsti ogni mese i controlli periodici con l’odontoiatra e la stessa igiene in studio dev’essere fatta ogni 4 mesi e non 6 come normalmente dovrebbe essere».

«Il nostro difficile ruolo è quello di stimolare quella voglia di dedicare a se stessi il tempo e l’attenzione necessaria per evitare problemi più gravi in età adulta. Dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia con i ragazzi e aiutarli a comprendere. Quello che per loro a quest’età non è prioritario, come un’igiene orale quotidiana approfondita, è invece estremamente importante. Si insiste su argomentazioni adatte alla loro età spiegando quali potranno essere i benefici in futuro».

«Per incentivare un adolescente ad avere maggiore cura della propria igiene personale e di essere continuativi e seri in quest’attività. Secondo la psicologa e psicoterapeuta, può aiutare ribadire che solo la costanza permetterà di portare a termine il trattamento in minor tempo. I ragazzi hanno fretta di arrivare ai risultati, facciamo leva su come riuscirci. Soprattutto perché se imporremo qualunque atteggiamento come un ordine, non otterremo che la loro opposizione!».

I dubbi più diffusi

“Quanto si vede l’apparecchio? Ma dovrò tenerlo per tanto? Farà male? Potrò baciare? Mi prenderanno in giro in classe?” Come rispondere a questi quesiti dei ragazzi?

«In linea di massima gli adolescenti sono più preoccupati dell’aspetto estetico, e quindi di quanto si veda l’apparecchio, che non di risvolti più pratici. All’inizio potrebbero mal sopportare il fastidio procurato dalle forze e dalle pressioni esercitate sui denti, ma è una sensazione che poi tende a sparire.

«Per quanto riguarda il cibo – rassicura infine Mirenghi – i ragazzi dovrebbero stare attenti in particolare all’inizio preferendo cose facili da masticare e avendo massima cura delll’igiene della bocca dopo i pasti. Per i baci, invece, possono stare tranquilli!».

«Il professionista e la famiglia – consiglia infine la dottoressa Sortino – devono mettere sempre in campo una grande disponibilità. È importante ascoltare e rassicurare anche sugli aspetti che possono sembrare poco importanti ai nostri occhi, ma che per loro possono essere importantissimi».

Fonte: nostrofiglio.it

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